Per migliaia di bambini e ragazzi con le loro famiglie l’apertura di un nuovo anno scolastico è sempre uno dei momenti speciali e tra i più emozionanti. Momenti che rimangono impressi nei ricordi, ma quest’anno lo sarà ancora di più: se solo ci fermiamo a ricordare come abbiamo vissuto gli ultimi due anni, resistendo e cambiando le nostre vite, comprendiamo la grandezza dell’essere umano nella sua capacità di modificare la propria esistenza con spirito di adattamento.

La scuola di quest’anno, e con essa i servizi educativi per l’infanzia, si muove sulla base delle  indicazioni dell’ISS, e sarà decisamente più agile e meno restrittiva in relazione alle misure di prevenzione per la SARS-COV2.  La percezione è che si stia arrivando a considerare e a trattare il Covid come una malattia meno pericolosa, ma endemica.

In quest’ultimi due anni la scuola statale e paritaria non si è mai fermata, a distanza e o in presenza, con mascherina e o senza, con bolle e o distanziamento, da soli o con gruppi e sottogruppi, ha garantito sempre e comunque l’istruzione per tanti minori. Quelle che prima della pandemia erano le criticità della scuola statale sono purtroppo implose con il Covid, dando però alle scuole private e paritarie la possibilità di farsi conoscere ed essere apprezzate come risorsa integrativa e alternativa della statale.

Non possiamo non sottolineare che la nascita e lo sviluppo delle scuola privata è dovuta dall’ esigenza di supplire ad una insufficiente offerta statale, una carenza di strutture e servizi educativi per l’infanzia sull’intero territorio nazionale e in modo particolare al sud, aggravando così, anche sul terreno dell’istruzione (e quindi del futuro) il divario tra il sud ed il resto d’Italia. È inoltre importante ricordare che la presenza di una fonte alternativa d’istruzione, grazie alla scuola privata, offre ai cittadini la possibilità di una scelta, generando con il pluralismo nel diritto all’istruzione una sana e armoniosa competitività nell’offerta, così come avviene nella gran parte degli Stati della Comunità europea e nei paesi anglosassoni.

Ancora quest’anno la Regione Campania con le sue scuole statali, e in particolare con quelle dell’area metropolitana, ha avuto la peggio. Incarichi per maestri e professori a tempo determinato con graduatorie GAE e GPS sono risultati errati con attribuzione di punteggi sballati; e ancora, carenza di insegnanti di sostegno e personale Ata. Carenze storiche, note, ancora una volta irrisolte, che hanno generato una baraonda, una corsa contro al tempo, e come sempre a pagarne le spese sono i nostri minori e le famiglie.

A questo caos si sono sommate le difficoltà causate alle scuole private paritarie dal cambio dirigenziale all’URSC nei mesi di maggio/giugno 2022: personale che ha sostituito dipendenti andati in pensione, senza ricevere alcuna formazione o un adeguato tutoraggio nel passaggio di consegne. Ciò ha determinato un serio rallentamento del lavoro, causando un notevole ritardo nell’emissione dei contributi alle scuole, contributi dello scorso anno scolastico di fondi pervenuti all’USRC dal Miur nel mese di luglio.

“Si consideri che le scuole paritarie della nostra regione sono circa 500, e muovono un numero significativo tra dipendenti, collaboratori e studenti iscritti: questo rallentamento nell’erogazione dei contributi non ha fatto altro che generare ulteriore instabilità”. A denunciarlo è Valentina Ercolino, Presidente della sezione CONFAPI scuole paritarie della Campania, che ha anche richiesto un incontro con il Direttore Ettore Acerra, con PEC ad oggi ancora senza risposta.

“Le scuole paritarie che svolgono un servizio pubblico”, prosegue la dott.ssa Ercolino, “subiscono come sempre la peggio. Tra i contributi erogati alle scuole, inoltre, continuano a sussistere ancora discrepanze da regione a regione, e la Campania è tra quelle cui sono destinate disponibilità minori. A Napoli chiudono prestigiosi strutture storiche, vedi l’Istituto Nazareth, ed il numero dei posti per accogliere i bambini negli asili nido comunali e anche privati autorizzati, risulta sempre più insufficiente rispetto alla domanda, anche in presenza di un abbassamento demografico delle nascite.  Le famiglie oggi sono in grande difficoltà: i bambini più fortunati sono affidati alle baby sitter per consentire ai genitori di recarsi al lavoro; i meno abbienti dovranno essere accuditi da nonni, amici, vicini di casa ed affini vari. A ciò si aggiunge il caro bolletta che crea ulteriori seri problemi nei bilanci tanto delle scuole quanto delle famiglie.

Nel nostro Paese ancora si esita a valorizzare la scuola paritaria rispetto al valore aggiunto apportato al sistema istruzione. Per tanti viene considerata anzi un costo per lo Stato.

Ogni nuovo anno ci auguriamo che sia migliore, ma la forza di non mollare e di credere nel nostro progetto, lo devo a donne come Maria Filippone e Graziella Pagano, che ho avuto l’onore di conoscere. Esse mi hanno lasciato un insegnamento: quello di non perdere mai la fiducia e credere sempre nel meglio, tutelando chi parola non ha e non lasciando nessuno indietro”.

 

Dott.ssa Valentina Ercolino

Presidente Confapi Campania Scuole Paritarie

 

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